Un giacimento di tradizioni produttive millenarie che hanno condensato nella cultura agro-alimentare del territorio apporti, tecniche e usi che hanno nella Dieta Mediterranea la loro essenza e riferimento, consentendo una vera e propria ricostruzione degli afflussi e influssi che, nei secoli, si sono determinati e stratificati, di generazione in generazione, in questa area dell’isola e in tutta la Sicilia.
Una biodiversità agricola che riflette una biodiversità alimentare e nutrizionale, fondata su economie locali di piccola scala – diremmo oggi a Km 0 – che riflettono, un tessuto produttivo polverizzato sotto il profilo fondiario – piccoli o piccolissimi appezzamenti condotti spessissimo in proprio e in ambito familiare e, per la trasformazione, realtà ancora più rarefatte numericamente, aziende prettamente familiari, di tradizione, di piccole dimensioni produttive – che trasformano il loro prodotto e quello di altri piccoli produttori agricoli conferitori.
Le principale filiere agro-alimentari del territorio dei Nebrodi riguardano:
L’Ulivo e l’Olio
Il Grano – Le farine – Il Pane e la Pasta
La Vite e il vino
Il Bosco - Le nocciole e i funghi.
Gli allevamenti – la pastorizia la produzione del latte e dei formaggi
Il maialino Nero dei Nebrodi – La carne e le produzioni dei salumi.
Il sistema ricettivo e della ristorazione assorbe e utilizza solo in parte queste produzioni, alternandole negli approvvigionamenti a prodotti generici e non del territorio, filiera su filiera, disperdendo quella continuità necessaria a realizzare visibilità, identità, autenticità che sono alla base del processo di affermazione di un prodotto, soprattutto destinato alla ristorazione. Negli ultimi anni è migliorata la percezione del valore del prodotto in forza dell’identità, della stagionalità e del fare artigianale che caratterizza la sua trasformazione.
Non meno rilevante l’azione formativa e informativa sul vissuto del territorio nella sua complessità socio-economica, culturale e antropologica immersa in un contesto orografico ben caratterizzato dalla montagna e dall’alta collina, da centri e borghi di piccole e medie dimensioni ma con riduzione costante della popolazione attiva e residenziale. Ma è anche uno dei territori più integri sotto il profilo dell’habitat naturale e della biodiversità originaria dell’isola. Un polmone naturale di immenso valore che, proprio in questa fase di transizione ecologica, energetica e della digitalizzazione, può ridefinire un suo modello di sostenibilità socio-economica in equilibrio con la natura, in grado di assicurare alle nuove generazioni le stesse opportunità di lavoro e di vita che ricevono gli stessi giovani nei grandi centri metropolitani o in altre nazioni almeno europee